Scrivevano di noi il 14 febbraio 1990 sul giornale L’Adige.
Taio / Il laboratorio di Claudio Depaoli è l’unico del genere in regione. Migliaia di piante esente virus.
Piccole gemme sotto vetro
Due fasi della moltiplicazione delle piante in vistro: si preparano le gemme che verranno poi collocate in contenitori di vetro sterilizzati.
Di Yvette Maccani
Da circa otto anni Claudio Depaoli di Taio si occupa di micropropagazione in Vitro. Questo sistemadi moltiplicazione di piante in laboratorio è relativamente recente. Nasce circa 40 anni fa in America dove per primi hanno sperimentato questo sistema sulle piante ornamentali. Questo sistema di moltiplicazione in vitro che poi andremo a spiegare ha degli scopi ben precisi: si possono ottenere molte piante in breve tempo; si garantisce una moltiplicazione di piante sane; ed inoltre su piante difficili da moltiplicare con il sistema tradizionale il sistema alternativo in vitro ha ottenuto degli efficaci risultati.
Spieghiamo ora come avviene la micropropagazione in vitro. Tutta la lavorazione deve necessariamente essere svolta in ambiente sterile. Si sterilizzano contenitori (vasi) di vetro in una grossa autoclave; questi vasi vengono sterilizzati a 120 °C per oltre 20 minuti, vengono poi riempiti di una sostanza gelatinosa che contiene gli elementi indispensabili per la crescita della gemma che vi verrà installata, come vitamine, ormoni e Sali minerali. La gemma che verrà moltiplicata deve essere sterilizzata in superficie per eliminare gli eventuali funghi e batteri che si sono depositati e che possono quindi pregiudicare la crescita delle sue gemelle. Questa gemma messa nel vaso di vetro ermeticamente chiuso germoglia sotto l’influenza di ormoni messi nel substrato gelatinoso e quindi ramifica.
In un mese circa questa gemma avrà a sua volta tre o quattro germogli laterali. Nelle fasi successive si separano i germogli e si reinseriscono nello strato gelatinoso, e a loro voltra producono altri germogli. Da una gemma si possono ottenere quindi in sei mesi migliaia di germogli.
La lavorazione del trapianto dei germogli a mano a mano che si ramificano, viene effettuata con pinze e bisturi su un banco cappa flusso laminare che permette di operare in ambiente sterile. Ogni volta i vasi vengono richiusi ermeticamente ed avvolti in nylon per evitare all’aria esterna di entrarvici.
Dopo questa fase di germogliazione, i germogli vengono trapiantati in una sostanza gelatinosa contenente un ormone che gli permette di radicare (vengono trattati quindi come piccole talee). Il tempo di radicazione è di circa 20 giurni. Per tutto il tempo che seve alla gemma per germogliare, riprodursi e radicare questi vasi vengono tenuti in una camera di coltura, ed anche qui Claudio Depaoli ha il suo da fare, in quanto la camera di coltura deve avere una temperatura costante di 22 °C ed inoltre deve avere dei periodi di luce giorno e notte ben precisi per garantire una giusta crescita alla pianta e per ovviamente garantirle la sopravvivenza in un secondo tempo quando la pianta dovrà vivere fuori dal laboratorio. Se queste prime fasi di lavorazione vengono effettuate con attenzione e costanza, si possono avere dei buoni risultati. Il problema forse più grosso è appunto l’ambiente che se non è adeguatamente sterilizzato potrebbe danneggiare i germogli in quanto l’ambiente di crescita di questi ultimi è anche favorevole alla crescita delle muffe che rovinerebbero irrimediabilmente le minipiante. Si passa ora alla fase chiamata dell’ambientamento, dove quindi la pianta verrà tolta dal substrato gelatinoso e piantata in serra nell’humus. Qui le piante dovranno adattarsi alle reazioni esterne. Esistono varietà di piante che hanno una resa del 90% in fase di ambientamento, mentre esistono anche piante più difficili ad adattarsi dal laboratorio al terreno naturale e quindi si possono avere perdite del 50%.
La buona riuscita della fase di ambientamento dipende quindi da più fattori, i tempi stagionali, gli agenti esterni ed anche i caratteri ereditari della pianta.
Claudio Depaoli lavora soprattutto su portainnesti del melo e del pesco, ed ha iniziato quasi per hobby essendo un perito agrario interessato alle tecniche agricole; poi ha continuato creandosi un laboratorio ed è ora l’unico in Trentino – Alto Adige che riproduce porta innesti di melo e di pesco con il sistema della micropropagazione in vitro per i vivaisti. Esistono altri laboratori in Italia, ed alcuni addirittura a livello statale. In Liguria ed in Veneto questo sistema di moltiplicazione in vitro viene effettuato soprattutto su piante ornamentali, mentre in Emilia sono da tempo specializzati sulle piante fruttifere come il melo, il pesco, il kiwi e altri frutti minori. Tutti questi portainnesti creati da Depaoli sono piante garantite virus esenti, le gemme che vengono poi moltiplicate provengono da istituti che ne garantiscono la virus assenza.
Una nuova tecnica quindi per garantire delle piante sane, virus esenti sul nostro mercato agricolo.